Considerazioni sulla mala gestio del Servizio Sanitario Regionale nell’ambito dei trasporti d’emergenza
Il CoReSa, in data 15/05/2015, in collaborazione con la centrale operativa di Palermo, ha messo a disposizione, in occasione della Festa della Regione, due ambulanze e un’automedica. La collaborazione, tramite le associazioni Travel Soccorso, Madonie Soccorso e San Giuseppe Onlus, è stata offerta gratuitamente, nell’ottica di una preziosa sinergia tra pubblico e privato sociale, per meglio affrontare i casi di emergenza e urgenza di eventi così significativi e impegnativi. Davanti a Piazza Politeama, i mezzi di delle associazioni aderenti al CoReSa hanno sostato dall’inizio alla fine della manifestazione, dando il necessario supporto alla centrale operativa. Tale notizia viene pubblicata soltanto adesso perchè il CoReSa ha voluto effettuare tale collaborazione nel silenzio di quello che ritiene uno dei suoi doveri, ossia assicurare alla pubblica utenza il diritto ad un soccorso tempestivo e organizzato. Ma, alla luce di ciò che è successo a Catania, il CoReSa si sente in obbligo di ricordare l’importanza del suo apporto nel servizio di emergenza e urgenza 118. Sintetizzando al massimo, il CoReSa si è trovato di fronte al mancato riconoscimento della possibilità di posizionare una postazione presso la spiaggia di Catania, postazione che non avrebbe comportato alcuna spesa per il Seus, se non nel caso di attivazione della stessa, e avrebbe di certo assicurato una maggiore copertura di quella zona in questo periodo così affollato e delicato per via delle attuali condizioni climatiche. Il CoReSa stenta ancora a capire perchè questa iniziativa sia stata respinta, quando invece l’ASP di Catania non si è fatta remore a spendere 20.000 euro al mese, fissi, per la spiaggia di Giarre e Riposto, come già è stato illustrato nella lettera aperta pubblicata dal giornale “La Sicilia”. Siamo sicuri che la centrale operativa (facente capo alle province di Catania, Siracusa e Ragusa) risponderà, candidamente, di non poter intervenire in ciò che decide l’ASP di Catania, ma così facendo dimostra ancora una volta come il Servizio 118 e la spesa sanitaria regionale rappresentino un apparato elefantiaco che non riesce a controllare, nè tanto mento ad organizzare, le sua innumerevoli ramificazioni.